Per chi non lo sapesse, in Francia, e ora anche in Europa, imperversa il caso di Mila.
Cronologia del fatto:
Una sedicenne francese che, durante una sua diretta sul suo profilo Instagram (dove sventola una bandiera arcobaleno), in cui parlava con altriinternauti del livello di bellezza delle donne, aveva detto che, secondo lei, le donne arabe sono poco seducenti. Ha ovviamente tutto il diritto di esprimerlo.
Un ragazzo inizia a scrivere e ci prova. Ci prova pesantemente come sanno fare i maschi un po’ bulli sul web (e non solo). Mila lo rimbalza e lui scatena, con la sua banda di amici chiamati a sostenerlo,una vera bomba di commenti sul suo profilo. Iniziano con “Sporca francese, sporca lesbica, sporca put..na”. Si scopre che il ragazzo è musulmano e, lui e tutta la combriccola di amici suoi, spostano immediatamente il discorso sul piano del razzismo e dell’islamofobia.
La ragazza risponde con una story su Instagram che rimbalza su tutti i social in cui dice che è contro le religioni ma attacca la religione islamica usando epiteti pesanti e volgari. La ragazza attacca la religione. Questo è un punto fondamentale nell’affare che sta scuotendo tutto il paese e anche il governo.
Punto fondamentale perché in Francia, il diritto alla blasfemia esiste. Non è reato.
L’escalation è immediata. Dopo il video, la ragazza inizia a ricevere minacce di morte (si parla di migliaia di minacce), di stupro, insulti. Escalation che costringe le autorità a descolarizzare la ragazza e di costringerla alla protezione. Si sta cercando una scuola superiore per poterle garantire il diritto allo studio in sicurezza.
Quello che è successo, come succede sempre in questi casi, è una reazione a catena ad un processo precipitoso che è sempre strumentalizzato, veicolato e controllato. Non avviene mai a caso.
La psicologia generale che è legata ai social, dove si amalgamano degli individui che si identificano in quello che dice un internauta, provoca una sovrabbondanza di violenza che viene, appunto, da un riferimento collettivo. E questo avviene spessoin continuità con la radicalizzazione religiosa. Sono degli anonimi in un luogo/non-luogo senza diritto eche non vengono quasi mai identificati e mai condannati.
La ragazza ha reagito con il candore, l’impulsività e l’ingenuità legati alla sua giovane età. I ragazzi a quell’età si sentono liberi di esprimersi su tutto e con il linguaggio che li caratterizza. Insulta le religioni tutte ma non insulta mai i credenti. Non ha infranto la legge della nazione francese. Ma riceve gravissime minacce di morte e il suo caso diventa nazionale.
La Francia è divisa. Le espressioni che ha usato Mila sono infelici ma restano pur sempre parole di un’adolescente. La sacralità degli uni non è quella degli altri, ma la legge francese è sempre stata ampiamente sufficiente.
La legge è ampiamente sufficiente. La laicità dello Stato in Francia, più di ogni altro paese al mondo, fin dai tempi della rivoluzione, aveva una sacralità. Perché allora, pur con volgare modalità, nessuno prende la difesa di Mila? Nessuna associazione dei diritti dell’uomo, femminista, LGBT ha sostenuto un suo diritto riconosciuto dalla legge.
Ma più che altro, dove si posiziona la sinistrafrancese? La natura aborre il vuoto e la sinistra francese ha, per tanti anni disertato il principio della laicità.
La laicità È la sinistra che ha totalmente abbandonato questo terreno. Per avere più voti?Per non affrontare la questione “religione” nelle banlieues, perché questo significherebbe affrontare problemi sociali gravissimi che durano da decenni, che hanno causato una estrema radicalizzazione e che la sinistra non ha mai voluto affrontare seriamente? per paura di essere accusata di islamofobia? Lassismo.
Il politicamente corretto sta distruggendo la libertà e la laicità. E il combattimento politico che deve essere fatto dovrebbe essere quello di “sbarazzarsi”della figura di Dio nella società per rilegarla solamente alla sfera privata. Siamo sottomessi ad ogni sorta di proselitismo. Elaborare un pensiero al–di–fuori di Dio. Questo perché il bigottismo, di ogni colore, sta ritornando al galoppo.
In Francia, e lo certifica un istituto specializzato (Institut Montaigne – Think Tank che si pone come obiettivi quelli di influenzare il dibattito pubblico con il contributo di idee pragmatiche ed originali e di concorrere alla definizione delle politiche pubbliche allo scopo di migliorare l’ambiente economico e sociale francese), 186000 persone seguono siti web salafisti e reagiscono compatti e pilotati su siti, pagine ecc.
Se si vuole davvero favorire un terreno di coesione tra comunità, è dei 186000 personaggi di cui sopra che bisogna occuparsi. Bisogna farlo per evitare che si condannino tutti i musulmani.
E chi, in un paese dove il diritto alla blasfemia è riconosciuto, può decretare il limite, il modo e l’ampiezza della critica le religioni? È la sinistra. Invece la sinistra francese è morta per non aver garantito la laicità, per aver legittimato l’indignazione violenta. Perché di questo stiamo parlando. Tutte le religioni subiscono critiche, attacchi e derisioni (vedi Charlie Hebdo) ma solo i radicalizzati islamisti reagiscono in modo violento e lo fanno perché sanno che almeno dalla sinistra, il silenzio li legittimerà.