Di solitudine e di libertà
“Chi non ama la solitudine non ama neppure la libertà, perché si è liberi unicamente quando si è soli”. (Arthur Schopenhauer)
Una persona può ritenersi libera solo e solamente se esprime una sua opinione senza paura di essere contro il dogma o l’imposizione di una comunità o una categoria di persone.
Questo è il primo principio della libertà di pensiero. Una libertà basata su dei valori imprescindibili. Il presupposto di chi crede nei diritti umani, nei diritti delle persone, nel valore dell’umanità, nel valore della libertà, nel valore del riconoscimento di una minoranza o maggioranza, non deve essere legato ad interessi politici, economici, nazionali, religiosi o altro.
Chi crede davvero nei diritti umani, deve rivendicarlo e fare in modo che questi non vengano mai calpestati da nessuna parte del mondo.
Di fronte all’omicidio di un uomo o di una minoranza, ci si deve inorridire e mai cercare di giustificare chi commette l’omicidio. Ma per poter sostenere questa posizione, ci si deve spogliare da tutto e rimanere liberi di poter esprimere questo valore. Se si rimane costretti da una comunità, significa che prima o poi, non si prenderà posizione per difendere il diritto che a qualcuno viene negato. Solo le persone libere denunciano.
In questi giorni, il popolo curdo subisce e continuerà a subire attacchi vergognosi, vili e violenti da parte di Erdogan. Dovrebbe essere chiaro a tutti che è ingiusto e che è da condannare. Intorno a questo fatto drammatico, ovvero un imminente genocidio – l’ennesimo contro i curdi – ci sono silenzi, frasi mezze dette e mezze no e, peggio ancora, post pro Erdogan (alcuni con ironia).
A questo punto bisogna chiarire che, chi è contro Erdogan, non significa che è pro Assad. Chi è contro Assad, non può essere per Erdogan. Esistono centinaia di altre posizioni con le quali essere concordi ma una tra tutte è non accettare mai, per nessun motivo, di propendere per uno che usa le armi contro un popolo inerme et innocente.
Allora io mi rivolgo a chi non prende posizione o chi prende posizione per Erdogan ma che sostiene altre rivoluzioni contro le dittature. Mi rivolgo a chi ha subito anni di terrorismo perpetrato dai fondamentalisti islamici, i famosi fratelli musulmani. A coloro che hanno perso, un parente, un amico, un vicino trucidato dalla ferocia degli integralisti. Come potete sostenere Erdogan che, per i soli interessi personali, invade una regione di un paese sovrano e permette così che ISIS (o DAECH o El Qaeda) possa tornare in auge a distruggere? Solo perché siete contro Assad? O perché vi riempiono la testa di luoghi comuni, come quello che dice che è tutta colpa dell’occidente? Ma veramente chiudete gli occhi sull’uccisione di un essere umano perché Erdogan ha ragione a combattere l’occidente invadendo il nord della Siria? Erdogan che tiene milioni di rifugiati in cambio di soldi dell’Occidente per poi usarli come merce di scambio o arma di ricatto. Se sostenete, convinti, le rivoluzioni per la libertà, allora siate capaci di condannare l’uccisione dei popoli. Da chiunque contro chiunque.
E mi rivolgo anche a coloro che, non potendo sostenere (giustamente) gli orrori perpetrati da Assad (father and son) contro il proprio popolo, sostengono i ribelli islamisti e jihadisti oppure Erdogan che negozia con i terroristi. Erdogan commette orrori e si difende usando, anche lui, come un Salvini qualunque, il libro sacro come scudo. Se siete credenti, ribellatevi contro chi usa il vostro libro sacro e difendete la vostra religione per non perdere la vostra credibilità.
Combattere gli orrori di Assad, non significa giustificare un gruppo di persone che, di questo orrore, vivono.
Combattere la dittatura, significa combatterla ovunque. In Algeria, in Siria, in Turchia, in Egitto, in Tunisia e ovunque nel mondo.
Se manifestate per la libertà di espressione e di opinione, non potete sostenere un presidente che mette in carcere i liberi pensatori.
L’alternativa a Assad non è Erdogan ma una vera battaglia per la democrazia. Come quella che il popolo curdo fa. Dalla notte dei tempi.
Quindi, per riprendere il titolo iniziale, chi non ha paura della solitudine non ha neppure paura di conquistare la libertà, perché si è liberi anche se si è soli.