
Questa immagine descrive un anno di omofobia. Dal 17 maggio 2020 al 17 maggio 2021. Questi sono SOLO i casi riferiti o denunciate. Il sommerso è immenso ed è lì che sanguina fisicamente e psicologicamente.
Questi sono i dati di un anno di soprusi, insulti, umiliazioni, denigrazione, esclusioni, discriminazioni.
Questi sono i dati che vorrei sbattere in faccia a coloro che girano lo sguardo dall’altra parte, di coloro che “ho anche amici gay, ma…”, di coloro che si fanno condizionare da dogmi, di coloro che continuano a dire che i casi di omofobia sono pochissimi e che una legge contro le violenze d’odio non serva, di coloro che dicono che i casi di violenza saranno al massimo una trentina.
Ecco tra il 2020 e il 2021, i casi registrati sono stati sono almeno 190 (di quelli pubblicati).
Io sono una donna che la faccia ce la mette e ce la mette per tutto quello che ritiene sia giusto e non me ne frega nulla di risultare scomoda, ingombrante, imbarazzante, intollerante nei confronti degli oscurantisti, integralisti, fascisti.
I numeri li sbatto in faccia e li sbatto sul tavolo.
È inaccettabile che un paese che si dice democratico, un paese che fa parte del G7, un paese occidentale, un paese europeo, un paese che si dice laico e antifascista, non abbia una legge per contrastare le violenze di odio.
È inaccettabile che due persone non si possano tenere serenamente per mano per paura di essere aggrediti.
È inaccettabile che due persone che si amano siano guardate con disgusto o che si facciano insultare dal primo che passa.
È inaccettabile che esseri umani non siano rispettati per il solo fatto di amare chi vogliono.
È inaccettabile che la discussione tutta interna ad un parlamento sia totalmente scollegata e sconnessa dalla realtà e dalla vita vera.
È inaccettabile che la discussione parlamentare si faccia su dettagli che sembrano minuscoli ma che sono un macigno per coloro che la vivono sulla propria pelle.
È inaccettabile che si discuta di persone, della loro vita, la loro sofferenza, la loro serenità come si parlasse di cespiti.
Io vorrei che il 17 maggio fosse il giorno in cui si deve commemorare la fine dell’omofobia come si festeggia la fine di una guerra o la caduta di un regime.
Purtroppo, il 17 maggio, oggi, è il giorno in cui io mi fermo, come ogni giorno, e guardo il dolore altrui.
Soffrendo con loro.
Io starò sempre lì. Lì dove si ferma la civiltà. Con la comunità LGBTQI+, con i cittadini non riconosciuti, con gli esclusi, con i cittadini di serie B.
“Preferisco essere odiato per ciò che sono, piuttosto che essere amato per ciò che non sono.” (K. Cobain)