Dovremmo tutti ricordare che, in tempi non sospetti, Giancarlo Giorgetti dichiarava, con spudorata naturalezza, che i medici di base non erano utili. In questo documento dimostreremo come questa dichiarazione sia una castroneria e come le scelte strategiche “aziendali” di Regione Lombardia in più di vent’anni anni di governo abbiano fatto collassare il Sistema Sanitario.
Con il COVID-19, il Sistema, sicuramente all’avanguardia, eccellente e punto di riferimento in tutta Italia e anche all’estero ha mostrato tutta la sua fragilità e le sue falle. La crisi, però, non è legata alla terapia intensiva ma è una crisi organizzativa e di salute pubblica. È un problema di sanità territoriale, di collettività. Il sistema sanitario lombardo ha distrutto progressivamente i piccoli ospedali e presidi di territorio costringendo il cittadino lombardo ad intasare i pronti soccorsi per qualunque problema che vada oltre la normalità.
Durante questa crisi, Regione Lombardia ha continuato imperterrita sulla sua strada, sulle sue scelte “aziendali”, ovvero quella di ospedalizzare tutti, mandando in tilt le strutture, dimostrando una rigidità nell’adeguarsi alla crisi stessa, mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini e degli operatori sanitari ed amplificando così il numero di malati e di decessi.
Per capire ciò che la Lombardia ha fatto e soprattutto non ha fatto e per capire ciò che deve essere fatto subito dopo questa emergenza, bisognerebbe prima capire la sanità lombarda per poter restituire ai cittadini una maggiore conoscenza con un linguaggio semplice. Perché fino ad oggi, la narrazione era, probabilmente volutamente, assai complessa e non alla portata di tutti. Così facendo, si è limitato il cittadino nell’esercizio del suo diritto. Il diritto alla salute e, è forse il caso di dirlo, alla vita.
Perché se parliamo di diritti, dobbiamo parlare anche di quello all’informazione ai cittadini, in quanto finanziatori e utilizzatori finali del servizio sanitario regionale. Questo non viene garantito e diventa necessario, per chi fa politica attiva, chi si occupa de politiche sociali e di welfare, chi mette al centro le persone, cercare di capire la realtà per restituirla ai cittadini. Oggi, questa diventa una responsabilità morale. Per poterlo fare e necessario studiare i numeri, i dati e tentare di trovare il bandolo della matassa del sistema complesso che è la sanità pubblica e privata lombarda.
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