Abbiamo 12 anni per potere evitare la catastrofe. Se non lo faremo, il pianeta che ci ospita, con una probabilità elevatissima sarà destinato alla distruzione. Secondo gli scienziati è iniziato il declino. È l’alba del giorno dopo, non sarà prevista. Perché non è un film.
Ogni decimo di grado fa la differenza, perché gli effetti del riscaldamento globale non sono lineari. Per esempio se inizia a sciogliersi il permafrost, il terreno gelato nell’Artico, si scongeleranno anche tonnellate di materia organica che diventerà ulteriore CO2 in atmosfera, creando un circolo perverso. Tre gradi di riscaldamento medio significa, secondo varie previsioni, il collasso delle foreste amazzoniche e desertificazione galoppante. Significa distruzione di terre coltivabili: il flusso dei fiumi potrebbe crollare, annientando l’agricoltura di regioni estremamente popolate. Questi dati sono sostenuti anche da IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), ente consultivo delle Nazioni unite, che ha sottomesso a diversi paesi europei chiedendo di aumentare gli sforzi in questa direzione per evitare il peggio.
Abbiamo pochissimo tempo per tentare di salvare la terra. I governi centrali e locali dovranno fare seriamente la loro parte e i cittadini altrettanto. La questione ambientale deve essere la prima azione politica nell’agenda dei governi.
Ogni azione politica ed amministrativa volta a ridurre l’inquinamento e incrementare la vivibilità dei cittadini, ogni azione volta a tracciare la strada verso un obiettivo ben preciso e comunicato in modo tempestivo ed esaustivo alla popolazione, deve essere sostenuta da TUTTE le forze politiche che hanno una morale e a cuore il proprio paese. La strumentalizzazione basata sulla disinformazione, per questioni vitali come queste, è degna di persone irresponsabili e dovranno, prima o poi, renderne conto alla propria coscienza, al paese e ai loro figli.
Durante la riunione del Consiglio europeo in atto dal 9 maggio in Romania, e per rispondere alle proteste ambientaliste del movimento studentesco Fridays for Future, alcuni Paesi hanno sottoposto al Consiglio anche un documento in cui chiedono un’azione più risoluta e radicale per contrastare il cambiamento climatico.
Il documento intitolato “Un Paese pulito per tutti” chiede all’UE di azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050 al più tardi e di potenziare i cosiddetti contributi nazionali determinanti, ovvero gli obiettivi climatici che le nazioni si sono date per evitare che le temperature terrestri superino la soglia dei 2 gradi centigradi in più rispetto agli anni ’90.
Si tratta, per l’appunto, di ottenere un bilancio netto finale pari a zero in termini di CO2: l’anidride carbonica rilasciata nell’ambiente dalle attività umane (in particolare dall’utilizzo di combustibili fossili) dovrà essere compensata da uno stesso ammontare di anidride carbonica assorbita/rimossa.
Bruxelles, quindi, nella sua strategia al 2050, dovrebbe presentare almeno uno scenario che consenta di azzerare le emissioni nette di CO2 entro la metà di questo secolo e di essere in linea con l’obiettivo di limitare l’aumento medio delle temperature terrestri a 1,5 gradi. Inoltre, integrare maggiormente la produzione energetica a livello europeo e di accelerare la transizione a un’economia verde, con maggiori investimenti nell’industrie con un basso livello di emissioni. Per far questo, i Paesi firmatari chiedono all’Unione europea di mettere da parte circa un quarto del suo budget annuale.
Il Governo italiano, Lega e M5S, perdono ancora una volta l’occasione di dare una risposta chiara alle centinaia di migliaia di giovani che sono scesi in piazza a marzo e che lo faranno ancora a fine maggio. Il Governo italiano dimostra ancora una volta di avere solo una visione di breve termine ed è basata solo ed esclusivamente sulla corsa al consenso facile. Non dimostrano nessuna lungimiranza e nessun provvedimento volto alla salvezza del nostro pianeta e quindi al futuro dei nostri figli.
Il Partito Democratico ha una posizione opposta e vuole un’Italia in prima linea nella difesa dell’Ambiente con proposte concrete. Puntare sullo sviluppo sostenibile, 6 miliardi di euro per rendere le nostre città più sostenibili, economia circolare, 35% di energie rinnovabili entro il 2030, incentivi per le imprese che riducono l’impatto ambientale.
Il Partito Democratico sa che le tematiche ambientali sono anche un’opportunità per la creazione di lavoro, innovazione, formazione e, soprattutto, il benessere dei cittadini.
Se avete a cuore il vostro futuro, la salvezza del pianeta, creare opportunità ai vostri figli, scegliete la serietà.
“Tutto quello che per me contava, tutto ciò che ho fatto finora era in preparazione di un futuro che non avremo, che non esiste.” (dal film The day after tomorrow)